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Negli ultimi anni il progetto di illuminazione ha assunto forme e dimensioni sempre più creative: le esigenze funzionali sono arricchite dalle finalità architettoniche ed espressive. La luce, così come l’ombra, rivela le forme, piene o scavate, emergenti o in profondità; diviene, essa stessa, materiale per definire spazi, enfatizzare volumi, creare atmosfere, trasmettere messaggi, comunicare sensazioni. Nel caso degli spazi commerciali, il messaggio da trasmettere è quello di rendere appetibile la merce e conseguentemente favorirne la vendita. E’ per mezzo della luce che l’oggetto assume un’immagine attraente e inconsueta.
Per illuminare tale spazio, oltre alla creatività e alla sensibilità estetica che individueranno lo scenario luminoso, bisogna tener conto di tutti gli aspetti tecnici:
- la scelta del tipo e numero degli apparecchi illuminanti da utilizzare;
- la determinazione della potenza della lampada per ogni apparecchio;
- la temperatura di colore delle lampade e la loro efficienza luminosa;
- lo studio e la scelta della resa cromatica .
La norma UNI EN -10380 – Illuminazione d’interni con luce artificiale – Maggio 1994, ci fornisce gli illuminamenti consigliati per le varie attività:
TIPO DI LOCALE, COMPITO VISIVO O ATTIVITA’ |
LUX |
TONALITA’ COLORE |
Ra |
G |
Aree circolazione |
150/200/300 |
ww |
1B |
B |
Esposizione merci |
300/500/750 |
ww |
1B |
B |
Vetrine |
500/750/1000 |
ww/Iw/nw |
1B |
B |
Legenda:
– Tonalità di colore :
W =luce bianca-calda (T < 3300 °K)
I =luce bianca-neutra (3300 < T < 5300 °K)
C =luce bianca-fredda (T > 5300 °K)
– Ra = gruppo di resa del colore
– G = classe di qualità per la limitazione dell’abbagliamento
La differenza dei livelli di illuminazione è accettabile purchè siano soddisfatti i concetti di illuminazione di base e si eviti il più possibile l’abbagliamento. Quest’ultimo, definito dalla norma UNI EN -10380 – Illuminazione d’interni con luce artificiale – Maggio 1994, può essere di due tipi:
- DIRETTO: provocato dagli apparecchi illuminanti; per ridurlo bisogna assicurarsi che la luminanza degli apparecchi in direzione dell’osservatore sia ridotta;
- INDIRETTO: provocato da riflessi di superfici anche solo parzialmente speculari; bisogna tenere sotto controllo il fattore di resa del contrasto, oltre che il giusto posizionamento dei corpi illuminanti in rapporto ai compiti visivi.
Frequente è l’utilizzo di luce diffusa integrata da fonti luminose puntiformi per l’illuminazione diretta, al fine di creare contrasti marcati tra le zone di interesse e le zone di passaggio o di sosta. Per la luce diffusa si utilizzano lampade fluorescenti, mentre per quella diretta proiettori con filtri e lampade alogene. Bisogna prestare particolare attenzione alla direzione del raggio di luce che potrebbe modificare la percezione della forma dell’oggetto illuminato. Nell’utilizzare questi due tipi di luce, è importante tenere presente la necessità del loro equilibrio e bilanciamento per ottenere un buon comfort visivo.